Acqua e ossigeno – Esistono sul mercato numerose acque capaci di vantare elevate concentrazioni di ossigeno. In alcuni casi, si raggiungono addirittura i 150mg/l. Ma a cosa serve tutto quell’ossigeno se poi non può essere assorbito?
Quando bevi acqua gassata assorbi CO2?
Ovviamente no. Aprendo una bottiglia di acqua frizzante o una lattina di una bibita gassata, una parte di CO2 si perde per via del cambiamento di pressione: lo “sfiato” che si sente girando il tappo o sollevando la linguetta. La parte di CO2 rimasta – anch’essa instabile – rimane invece “intrappolata” nel liquido sotto forma di bollicine che, una volta nello stomaco, si rompono rilasciando il gas. Fortunatamente, quest’ultimo non viene assorbito, ma espulso con la digestione.
Ossigeno: forma stabile e dimensione dei cluster
La stessa cosa avviene con l’ossigeno, che se immesso forzatamente nel liquido, anche se presente in enormi quantità, non potrà mai essere assorbito dalle mucose di stomaco e intestino. Esistono infatti due condizioni fondamentali affinché l’ossigeno possa essere assorbito – da un essere umano – attraverso un liquido:
L’ossigeno contenuto nel liquido deve trovarsi in forma stabile e non legato
La dimensione dei cluster – all’interno dei quali vengono “stoccati ” gli atomi di ossigeno – non deve superare le 6 – 8 molecole, cioè la dimensione minima affinché questi possano penetrare le mucose di stomaco e intestino.
Kaqun è l’unica acqua al mondo a garantire tali condizioni
Frutto di una tecnologia complessa e differente da quella impiegata nella produzione di qualsiasi altra acqua “ricca di ossigeno”, Kaqun è l’unica acqua al mondo a garantire tali condizioni. Infatti, l’ossigeno contenuto nell’acqua Kaqun non viene immesso dall’esterno ma proviene dall’acqua stessa: attraverso il processo elettromagnetico brevettato a cui l’acqua viene sottoposta, i grossi clusters di acqua vengono rotti e si formano altri clusters più piccoli e più stabili formati da 6-8 molecole di acqua in grado di penetrare all’interno della membrana cellulare. L’ossigeno che viene liberato per effetto dei campi elettrici entra all’interno dei piccoli clusters e rimane disponibile come ossigeno non legato.
L’unica a vantare oltre 20 anni di studi scientifici e test clinici
Kaqun si avvale di un comitato medico-scientifico specializzato indipendente da qualsiasi gruppo agroalimentare o farmaceutico. Eseguiti su volontari sani e malati, su animali e in vitro, gli studi condotti su Acqua Kaqun hanno evidenziato la sua capacità di aumentare il livello di ossigeno nei tessuti. Tutti gli studi sono stati condotti presso Università e Istituti Governativi e pubblicati su riviste scientifiche di tutto il mondo.
Kaqun non è un’acqua frizzante e neppure un’acqua arricchita con ossigeno: Kaqun è l’unica acqua clinicamente testata e ad elevato contenuto di ossigeno stabile biodisponibile in grado di aumentare il livello di ossigeno nei tessuti. Con tutti i benefici che ne derivano…
Saturazione di ossigeno nel sangue e pressione parziale di ossigeno tissutale sono due parametri tra loro assai diversi. Il primo, misurabile attraverso il semplice pulsossimetro (o saturimetro) da dito, si riferisce alla percentuale di emoglobina satura di ossigeno, cioè, semplificando, alla quantità di ossigeno legato e presente nel sangue. Il secondo, misurabile attraverso specifica strumentazione, si riferisce invece alla quantità di ossigeno effettivamente a disposizione di organi e tessuti.
Come vedremo, non è per nulla scontato che un corretto livello di saturazione di ossigeno nel sangue equivalga ad sufficiente disponibilità di ossigeno nei tessuti. Infatti, una giusta saturazione di ossigeno nel sangue segnala che il polmone sta funzionando bene e che sta correttamente gestendo lo scambio gassoso, senza necessariamente significare che vi sia allo stesso tempo anche una corretta capacità da parte della cellula di utilizzare tale ossigeno. Potremmo dire che un conto è avere il sangue carico di ossigeno (condizione certo favorevole se non indispensabile allo stato di salute), un altro è invece la capacità dei tessuti di assorbire tale ossigeno e, quindi, di utilizzarlo.
Facciamo un esempio:
Un bambino appena nato ha una pressione parziale di ossigeno (PO2) di circa 96 mmHg e una saturazione di ossigeno nel sangue del 97%. Tutto funziona come dovrebbe e la condizione è pertanto ottimale.
Nell’anziano non affetto da specifiche patologie polmonari o respiratorie, la saturazione di ossigeno rilevata con il pulsossimetro rimane elevata, mentre la pressione parziale di ossigeno (PO2) si abbassa notevolmente fino a raggiungere livelli critici vicini ai 60 mmHg.
Ciò significa che la persona anziana ha sì una corretta saturazione di ossigeno nel sangue, ma anche che, per motivi fisiologici dovuti all’età e all’invecchiamento, una bassissima disponibilità effettiva di ossigeno nei tessuti.
Misurare la saturazione di ossigeno nel sangue e la pressione parziale di ossigeno tissutale
Per i motivi sopra descritti, è spesso importante conoscere oltre alla saturazione di ossigeno nel sangue anche la pressione parziale di ossigeno tissutale. La misurazione della saturazione può essere effettuata a casa con il semplice pulsossimetro, oppure, in particolari casi in cui si rende necessario l’intervento di un medico, attraverso la determinazione su di un campione di sangue arterioso.
Per la misurazione della pressione parziale di ossigeno tissutale è invece necessario ricorrere ad apparecchiature più sofisticate. (In foto a sinistra il pulsossimetro da dito, a destra apparecchiatura Medicap Precise 8001).
In conclusione Saturazione di ossigeno nel sangue e pressione parziale di ossigeno nei tessuti sono due cose differenti. Benché da intendersi come segnale positivo, una corretta saturazione di ossigeno misurata attraverso il pulsossimetro non significa che i tessuti corporei abbiano effettivamente una corretta saturazione di ossigeno. Altrettanto importante sarebbe pertanto misurare la quantità di ossigeno effettivamente a disposizione di organi e tessuti, cioè l’ossigeno che dal sangue correttamente ossigenato è “passato” alla cellula.
Il ruolo di Kaqun Oltre 20 anni di test clinici e studi scientifici hanno dimostrato la capacità di Acqua Kaqun di aumentare il livello di ossigeno nei tessuti. Dopo pochi minuti dall’assunzione di un bicchiere di Acqua Kaqun (150ml), il livello di ossigeno misurato all’interno dei tessuti cresce di circa il 25% rimanendo stabile per circa due ore.
La 7° Conferenza Internazionale Kaqun – Elo si terrà quest’anno a Londra: l’appuntamento è per l’8 dicembre 2018 presso la prestigiosa sede della Royal Society of Medicine.
Dal 2012 Kaqun organizza con cadenza annuale un evento internazionale al quale partecipano medici e ricercatori di tutto il mondo: un appuntamento di grande importanza, promosso con l’intento di permettere uno scambio di conoscenze teoriche e pratiche nel campo della ricerca medica.
Dopo l’Ungheria nel 2012 e nel 2013, l’Italia nel 2014, gli Stati Uniti nel 2015 e nel 2017 e Singapore nel 2016 (qui l’elenco nel dettaglio), la 7° Conferenza Internazionale Kaqun – Elo sarà quest’anno ospitata dalla Royal Society of Medicine di Londra, cioè dalla più famosa e prestigiosa scuola medica della Gran Bretagna.
Accanto al Dr. Robert Lyons e al Dr. Sandor Kulin, tra i relatori ci sarà quest’anno anche il Professor Sam Lingam, medico e membro stimato della Royal Society of Medicine che, avendo negli anni seguito gli studi condotti su Kaqun, ha scelto di aiutarne e promuoverne la diffusione e la conoscenza.
Sul sito Kaqun Europe il programma completo e la lista dei relatori con relativa scheda.
Da oltre due anni accanto ai veterani americani per fornire loro aiuto e sostegno nella riabilitazione e nel “ritorno alla vita”, Kaqun ha favorito e partecipato a numerose iniziative.
Tra queste, anche quella promossa dalla Veterans Charity Ride (VCR), organizzazione no-profit fondata negli USA con l’intenzione e la volontà di assistere ed aiutare i veterani di guerra rimasti gravemente feriti o amputati: all’interno del Veteran Health and Wellness Program, fatto di un dieta sana e di esercizi fisici mirati, Kaqun gioca un ruolo fondamentale fornendo loro acqua e due bagni Kaqun al giorno, aiutandoli in tal modo a recuperare le forze e il benessere psico-fisico. Benefici concreti, raccontati da chi, in prima persona, li ha sperimentati sulla propria pelle.
Qui è possibile approfondire il Veteran Health and Wellness Program, il ruolo di Kaqun e leggere le testimonianze fornite dagli stessi veterani.
Oggi, fiera di un simile impegno portato avanti con orgoglio e dedizione, Kaqun annuncia un nuovo importantissimo evento:
Sul ponte della nave madre Midway, a San Diego, in California, si sta organizzando per la fine dell’estate un’enorme festa alla quale saranno presenti oltre mille ospiti provenienti da tutto il paese… Ci saranno ammiragli e generali, tra i quali anche James W. Comstock, ora in pensione e in prima linea nell’organizzazione dell’evento e nel programma di sostegno agli ex combattenti. Tra le divise costellate di medaglie, gli ospiti d’onore rimarranno però i veterani più bisognosi, ai quali Kaqun continua a dedicare tutto il suo appoggio sostegno.
L’ossigeno è il principale nutriente del corpo umano. L’ossigeno non è sulla tavola, è nell’aria. Il movimento aerobico ha lo scopo di introdurre maggiori volumi di ossigeno. L’organo che richiede più ossigeno è il cervello.
Domanda di ossigeno giornaliero Per conoscere la domanda personale di ossigeno a riposo si può eseguire questo calcolo: 3.5 ml x peso corporeo espresso in Kg x 1 minuto = millilitri di ossigeno richiesto in un minuto, si moltiplica x 60 minuti = ml ossigeno in una ora, il valore ottenuto si moltiplica x 24 ore = ml ossigeno richiesto in 24 ore, questo volume espresso in ml va diviso x 1000 per ottenere il volume espresso in LITRI! In media deve risultare un volume superiore a 300-350 litri / 24 ore. Se fate questo calcolo potete valutare come l’ossigeno sia il principale nutriente di tutte le nostre cellule! Io peso 72 Kg, devo introdurre in condizioni di riposo 363 litri in un giorno! Se non introduco questo volume cado in ipossia. Da evitare. Fare movimento aerobico significa introdurre un maggior volume di ossigeno. Così si riesce a “bruciare” più acidi grassi. Si fa movimento aerobico quando si porta il battito cardiaco sopra a 100 battiti al minuto.
La dieta dell’ossigeno È un titolo provocatorio per evidenziare il ruolo vitale dell’ossigeno che è il principale nutriente del corpo umano. Il 40% delle persone non sa respirare, con riduzione dell’ossigeno nel loro sangue! Con carenza di ossigeno siamo stanchi, privi di energia, di memoria, e si invecchia e degenera prima! C’è di più! La carenza di ossigeno nelle cellule e negli organi è definita ipossia. Con ipossia si ha un cambio di metabolismo cellulare. Non sono utilizzati più gli acidi grassi saturi per ottenere energia (ATP). Le cellule in carenza di ossigeno utilizzano il glucosio con formazione di acido lattico che porta all’acidificazione degli organi (effetto Warbung). Chi vuole verificare se si trova in condizione di carenza di ossigeno negli organi, a livello cellulare può eseguire la ricerca di un enzima nel sangue: la latticodeidrogenasi (LDH). Se il suo valore è elevato occorre fare uno scatto deciso. Valori elevati di LDH possono esprimere condizioni molto serie! Le cellule neoplastiche “mangiano” glucosio e non gli acidi grassi producendo acidosi tessutale, condizione che aggrava ancor più l’entrata dell’ossigeno dentro le cellule. La carenza dell’ossigeno causa la formazione di radicali liberi dell’ossigeno, composti tossici e aggressivi.
L’ossigeno e la candela spenta Con la carenza di ossigeno si ha debolezza, astenia, rapida stanchezza, sensazione continua di freddo. Una respirazione alterata può essere aggravata da anemia, da diabete mellito tipo 2, da obesità con accumulo di grasso addominale! Chi russa nel sonno è più esposto a carenza di ossigeno. Esistono piccoli strumenti, pulsiossimetri, in grado di dire se abbiamo o non abbiamo giusti volumi di ossigeno nel sangue. Chi fuma, chi ha patologie respiratorie rischia carenza di ossigeno. L’ossigeno viene respirato con circa 20000 atti respiratori giornalieri! Assunto dai globuli rossi viene trasferito dal sangue a tutte le nostre cellule. Il corpo umano ottiene la sua energia attraverso l’incontro tra ossigeno ed idrogeno nei mitocondri cellulari! L’idrogeno viene dato dagli acidi grassi saturi e l’ossigeno dai globuli rossi! Per ossidare un solo grammo di grasso occorrono ben due litri di ossigeno! Con carenza di ossigeno si ha difficoltà a ridurre eccesso di massa adiposa corporea!Non si dimagrisce! Succede come a una candela sotto una campana di vetro, si spegne finito l’ossigeno.
Ossigeno, acqua, cellula umana e i pesci L’ossigeno uscito dal sangue può arrivare alle cellule dei nostri organi umani passando in soluzione nell’acqua contenuta nella matrice extra cellulare. Cioè le nostre cellule respirano ossigeno come fanno i pesci, che assumono ossigeno in soluzione in acqua. Se il tessuto connettivo e la matrice extra cellulare sono destrutturate per eccesso di glucosio (valori elevati di glicemia post prandiale) e ioni idrogeno (pH acido non alcalino), l’ossigeno uscito dal sangue arterioso non può essere utilizzato appieno dalle cellule che cadono in ipossia, generando infiammazione nel tessuto e nell’organo corporeo. Evidenzio che l’ossigeno può essere assunto anche con l’acqua come bevanda. Nelle acque minerali in bottiglia c’è carenza di ossigeno rispetto all’acqua dell’acquedotto. Occorre quindi lasciare libera dal tappo la bottiglia oppure porre acqua in una brocca o altro recipiente a contatto diretto con l’aria al fine di far entrare l’ossigeno contenuto nell’aria ambientale in soluzione in acqua. L’assunzione di ossigeno con l’acqua è utile per l’igiene e il benessere intestinale. Sono contrario alla diffusione di cabine per inserire anidride carbonica (le bollicine!!) disponibili per le persone, come sta succedendo in molti Comuni italiani. Occorre inserire ossigeno nell’acqua e non certo anidride carbonica!
Ginnastica respiratoria. Consiglio di eseguire nella giornata questi esercizi respiratori: 1- profonda inspirazione 2 – trattenere il respiro per alcuni secondi 3 – profonda espirazione! Dopo alcuni esercizi si hanno vertigini.
Segno che un maggiore volume di ossigeno è arrivato al cervello, come è arrivato al cervello, è arrivato anche a tutte le cellule dell’organismo!
Evidenzio che esistono piante ed erbe, spezie in grado di agevolare il trasferimento dell’ossigeno dall’aria nel sangue attraverso il polmone e dal sangue alle cellule.
Per respirare meglio pensiamo anche ai nostri giardini e parchi: Pino marittimo, Pino silvestre, Abete balsamico, Cipresso, Rosmarino, Eucalipto, Ginepro, Lentisco, Iperico, Mirto, Origano, Cumino, Timo, contengono PINENI – TERPENI che favoriscono carico e scarico ossigeno dai polmoni al sangue e alle cellule. Gli antichi e i nostri nonni lo avevano già capito!
Sull’autore: Laureato in Medicina Chirurgia è Specialista in Scienza della Alimentazione, Specialista in Igiene e Medicina Preventiva. È stato Primario presso la ASL di Arezzo, Servizio Sanitario della Toscana, per 22 anni, Direttore della U.O. Direzione Sanitaria della stessa ASL, dove ha creato e diretto Ambulatorio di Nutrizione Clinica. È stato Docente dal 1995 al 2009 di Scienza della Alimentazione presso la Università degli Studi di Siena. Docente (a.c.) presso la Università degli Studi di Bologna. È autore di un considerevole numero di ricerche scientifiche pubblicate in riviste italiane ed internazionali. Autore di libri. Ha fondato la Scuola di Alimentazione Consapevole, dirige e insegna in Master e Corsi di Nutrizione Clinica a medici, biologi, farmacisti e personale sanitario in molte città italiane e all’estero. Ha elaborato il Metodo Molecolare (Dieta Molecolare) che supera il calcolo giornaliero delle Calorie, considerato un artefatto scientifico perché il corpo umano utilizza per il suo lavoro metabolico solo energia chimica (ATP) e non certo il calore. Sta svolgendo attualmente ricerca sulla nutrigenomica ed epigenetica. In particolare è uno dei principali ricercatori sui PEROSSISOMI, organi cellulari deputati alla gestione dell’ossigeno e di numerosi funzioni biochimiche centrali sul metabolismo cellulare.
Dott.ssa Michela Marinato Articolo pubblicato su: L’Accademia del Fitness, Aprile 2018, N.29
Per ipossia si intende una condizione di carenza di ossigeno o di scarsa ossigenazione a livello dell’intero organismo o di un determinato distretto. Si parla di ipossia quando la PaO2 nel sangue arterioso è < 60 mm Hg.
Una scarsa ossigenazione a livello cellulare comporta una serie di alterazioni citologiche:
Blocco della fosforilazione ossidativa
Diminuzione della sintesi di ATP
Maggiore produzione di acido lattico
Minore PH intra cellulare => rilascio di enzimi lisosomiali
Deficit della pompa Na – K
Perdita del gradiente di membrana
Perdita della permeabilità di membrana
Danno mitocondriale
Tutto ciò conduce a morte cellulare, dando l’avvio ad una serie infinita di patologie.
Sono molte le ragioni che possono portare ad una scarsa ossigenazione e non staremo ad elencarle in questa sede. Vediamo invece a cosa conduce uno stato di ipossia cronica, a partire dei disturbi più banali e sfumati fino a giungere alle patologie più gravi.
Debolezza generalizzata, stordimento, vertigini
Depressione, disturbi del sonno perdita di concentrazione e memoria, irritabilità
Mal di testa, dolori muscolari, disfunzioni sessuali
Disturbi circolatori, digestivi, metabolici (aumento di peso)
Abbassamento delle difese immunitarie, aumento delle infezioni
Patologie degenerative, cancro.
Utilizzato per produrre energia in tutti tessuti del corpo, la quantità di ossigeno consumata da un adulto è di circa 250 ml al minuto. Durante l’esercizio fisico o in situazioni altamente stressanti il consumo di ossigeno aumenta tuttavia in modo significativo.
La respirazione rappresenta indiscutibilmente l’atto più importante per la vita e quindi, respirare correttamente è la cosa più importante che si possa fare per migliorare la propria salute: respirare correttamente permette di vivere più a lungo e più sani, aiuta mente e corpo a funzionare meglio, può abbassare la pressione arteriosa, favorire la calma e controllare lo stress. Lo ricorda il Dr Frederick Muench, direttore presso la Digital Health Interventions al North Shore Jewish Health System di Long Island, affermando che: “quando si scende sotto i 10 atti respiratori al minuto inizia ad attivarsi il sistema nervoso parasimpatico che aiuta l’organismo a riprendersi dopo un evento traumatico. Inoltre, cosa molto importante, la respirazione corretta tende ad incrementare la HRV (variabilità della frequenza cardiaca)”.
La respirazione, tuttavia, non è tutto: anche l’acqua ha infatti un enorme peso nel controllo dell’ipossia, dimostrandosi fondamentale per il trasporto di ossigeno alle cellule e per il trasporto delle sostanze tossiche al di fuori di esse e del corpo.
Poichè una scarsa ossigenazione e un accumulo di tossine rendono il corpo più vulnerabile ad infezioni e infiammazioni, è facilmente intuibile come la disidratazione porti rapidamente a condizioni patologiche. Al contrario, un buon livello di idratazione è fondamentale per il trasporto verso la cellula di nutrienti, vitamine, minerali ecc.
L’acqua è una medicina fondamentale e perfetta ed aiuta il ritorno allo stato di salute: è necessario bere regolarmente durante la giornata senza aspettare i segnali della sete e della bocca secca, ultimi e non primi segnali del bisogno di acqua. Di acqua, e non di altro: l’assunzione di bevande e bibite al posto dell’acqua aumenta infatti la disidratazione anziché correggerla; inoltre le bibite contengono zucchero che é responsabile non solo dell’insorgenza di patologie metaboliche quali il diabete, ma anche di uno stato di infiammazione sistemica cronica, che é alla base della maggior parte delle patologie odierne.
Bere acqua pura con elevate caratteristiche qualitative è estremamente importante per la salute e, anche se é ” impegnativo”, ne vale la pena.
Tornando all’ipossia, va ricordato che la carenza di ossigeno non solo porta, nel soggetto sano, all’insorgenza di varie patologie, ma si dimostra anche una condizione che compromette gravemente la risposta dei trattamenti in ambito oncologico e, quindi, nei soggetti che si trovano in un grave stato di salute.
La radioterapia è tra i più noti trattamenti contro il cancro insieme alla chirurgia e alla chemioterapia: essa utilizza radiazioni ionizzanti (solitamente raggi X) che vengono dirette verso la massa tumorale, danneggiando il DNA delle cellule cancerose ed impedendogli così di replicarsi. Le radiazioni ionizzanti possono attaccare il DNA direttamente, oppure servirsi di altre molecole con un meccanismo indiretto attraverso la formazione di radicali liberi. L’ossigeno è un potenziatore della radioterapia proprio perché ha un ruolo attivo nella loro produzione. Per questo motivo, l’ipossia tumorale è considerata un importante fattore di radio resistenza in molti tumori, associata ad un alto incremento di ricaduta locale e metastasi a distanza e identificata come un” fattore prognostico indipendente” per la sopravvivenza. Dati sperimentali in vitro e in vivo hanno dimostrato che i tumori ipossici richiedono dosi di 2-3 volte superiori rispetto alle cellule normossiche: un livello di dose impossibile da raggiungere clinicamente.
Esporre le cellule tumorali all’ossigeno migliora i trattamenti contro il cancro. A dimostrarlo, tra le altre, anche una ricerca condotta dalla University’s Grey Institute for radiation oncologist and biology di Oxford.
La determinazione dell’ipossia nei tumori è pertanto della massima rilevanza clinica, in quanto l’aggressività del tumore, la deriva metastatica, il mancato controllo della neoplasia, l’aumento del rischio di recidiva e, in definitiva, l’esito sfavorevole sono associati proprio all’ipossia.
Il numero degli studi scientifici riferiti all’ipossia e, nello specifico, alla relazione tra tumori e mancanza d’ossigeno condotti dagli istituti e dalle università di tutto il mondo è in costante aumento: non è dunque un caso se anche un grande consorzio di scienziati europei uniti nel progetto Metoxia abbia concentrando la propria attenzione proprio sull’ipossia con l’obiettivo di riuscire a comprendere come avviene la diffusione di tumori e l’insorgenza delle metastasi.
Dott.ssa Michela Marinato Articolo pubblicato su: L’Accademia del Fitness, gennaio 2018, N.28
L’acqua, la sostanza apparentemente più semplice e comune presente sul nostro pianeta, è in realtà uno dei misteri più grandi e complessi che esistano. Cos’è realmente l’acqua? La conosciamo, la beviamo, esce dai nostri rubinetti, è uno dei beni più preziosi e, lo sappiamo, non c’è vita senza acqua, almeno sul nostro pianeta, perché è una delle componenti più significative dei nostri sistemi biologici. La sua struttura è molto nota: H2O. Congela a 0 °C e raggiunge l’ebollizione a 100 °C. È più densa a 4 °C che a 0 °C (ecco perché il ghiaccio galleggia!) Note e quasi scontate, tali caratteristiche sono in realtà anomalie. Se paragonata ad altre molecole simili e contenenti due atomi di idrogeno (come H2S, H2Se, H2Te), risulta infatti che, in base al suo peso molecolare, essa dovrebbe bollire a -100 °C. L’acqua ha invece un calore di fusione e vaporizzazione estremamente elevati ed è in assoluto il liquido che richiede la maggior quantità di calore per innalzare di 1 °C la sua temperatura (calore specifico). Sta alla base di una quantità ineguagliabile di reazioni chimiche. Nonostante la sua spiccata tendenza a formare reti di legami idrogeno che solitamente creano attrito tra le molecole frenandone i movimenti, presenta una viscosità molto bassa. La sua tensione superficiale è elevatissima, tra le più alte dei liquidi conosciuti.
Alla base e responsabile di questi fenomeni è la sua caratteristica struttura a cluster. Cosa sono i cluster? L’acqua si comporta come una molecola dipolare con la presenza di cariche elettriche positive sugli atomi di H e negative sugli atomi di O. Ciò è alla base delle interazioni elettrostatiche tra gli atomi di H di una molecola di acqua e gli atomi di O di un’altra molecola, dando luogo alla formazione dei ben noti “legami idrogeno”. Queste reticolazioni dei legami idrogeno determinano la formazione dei cluster. Potremmo quindi dire che la formula dell’acqua non è in realtà H2O bensì H2nOn. La sua struttura di base è un tetraedro (quattro molecole di acqua formano la struttura H8 O4). Questi tetraedri compongono cluster formati da centinaia di molecole d’acqua (Icosaedri). L’acqua liquida contiene sia molecole individuali, sia cluster piccoli e grandi. La formazione e la rottura continua dei legami idrogeno sta alla base di aggregati fluttuanti detti anche “dominii”con una struttura simile a quella del reticolo cristallino del ghiaccio. A seconda di come sono allineate le molecole dipolari nella parte esterna dei cluster, essi possono avere carica + o -, determinando in tal modo l’acidità o l’alcalinità dell’ambiente. Il fatto che un cluster possa penetrare all’interno della membrana cellulare o rimanere nello spazio intercellulare dipende dalla sua grandezza: i cluster piccoli, formati da 6-8 molecole di acqua, possono penetrare nelle cellule. Il corpo umano è costituito per circa il 70% del suo peso da acqua ma se anziché di peso, e quindi di massa, parlassimo di molecole, allora vedremmo che il 99% delle molecole che costituiscono il corpo umano sono molecole di acqua. Sembra incredibile ma è così! Il grandissimo e compianto professor Emilio Del Giudice, certamente una delle menti più illuminate del nostro secolo, affermando questa realtà, ha posto la seguente domanda: “come mai, fino ad ora, i biologi, i biochimici e i medici si sono occupati di studiare quel 1% delle molecole e non si sono concentrati sull’altro 99%?! Una medusa è composta per il 99,9% di acqua; eppure se qualcono tocca una medusa non dice di avere toccato l’acqua fresca! Da un punto di vista chimico la medusa è quasi totalmente acqua, ma da un punto di vista funzionale non è acqua perché “fa male”! Allora deve essere acqua diversamente organizzata”. Torniamo ai cluster: queste strutture, dicevamo, sono in continuo cambiamento, formandosi e distruggendosi. Tali formazioni possono immagazzinare al loro interno altre molecole che vengono lentamente rilasciate. I cluster rimangono stabili per msec (tempi relativamente lunghi considerando i range in cui si svolgono i processi biochimici). L’ossigeno è l’altra pietra angolare della vita oltre all’acqua. Essendo l’accettore principale di elettroni nella fosforilazione ossidativa per la produzione di ATP, esso è un nutrimento per la cellula, ma anche un veleno molto potente qualora l’organismo non risultasse in grado di bilanciare i suoi effetti attraverso un complesso sistema di regolazione (REDOX): in una situazione in cui vi sia un eccesso o un deficit di ossigeno avvengono importanti cambiamenti nel funzionamento delle cellule. La cellula dell’organismo vivente è composta da: nucleo, citoplasma, acqua intracellulare e vari tipi di organuli tra cui i mitocondri. Questi costituiscono la centrale energetica della cellula: a partire dal glucosio e dall’ossigeno producono ATP+CO2+H2O. Se si hanno buoni mitocondri e disponibilità di ossigeno si ha una buona produzione di energia e la cellula è sana, altrimenti iniziano i guai: si innesca la glicolisi anaerobica: => acido lattico => acidosi, diminuisce la differenza di potenziale di membrana -70mv ( salute ) => -50 mv (infiammazione) -20 mv( degenerazione, cancro) 0 mv (morte cellulare) Ecco spiegata l’importanza di garantire al mitocondrio un costante apporto di Ossigeno.
I trattamenti con ossigeno disciolto in acqua per aumentare l’ossigenazione dei tessuti furono sviluppati già intorno al 1920 da un professore tedesco, Otto Warburg, noto per i suoi studi sulla correlazione tra ipossia acidosi e cancro (Nobel per la medicina 1930). L’intuizione era corretta ma le tecnologie usate, anche successivamente, consentivano solo la produzione di un’acqua caricata con ossigeno gassoso instabile in cui l’ossigeno veniva rapidamente perso rendendo impossibile rilevare alcun effetto terapeutico.
Grazie ad una moderna e sofisticata tecnologia si è ora in grado di produrre un tipo particolare di acqua attraverso un processo elettromagnetico: l’acqua subisce un cambiamento strutturale per il quale alcuni atomi di ossigeno vengono liberati dai loro legami e vengono “stoccati” all’interno di cluster sufficientemente piccoli da potere passare attraverso la membrana cellulare, ma sufficientemente grandi da poter trattenere al loro interno atomi di ossigeno. Si tratta quindi di un’acqua “funzionale” che contiene 18-25 mg/litro di ossigeno stabile e bío disponibile, almeno cinque volte la quantità contenuta nella normale acqua di rubinetto. È diversa dalle altre acque soprattutto per due motivi: per la particolarità del processo di produzione unico al mondo e per la quantità di studi che sono stati fatti su di essa in vivo ed in vitro, su animali, su volontari sani e ammalati che ne confermano le proprietà. Attraverso l’assunzione di questo tipo di acqua ricca di ossigeno bio disponibile, (bevendola o immergendosi per 50 minuti a 38°) si può aumentare facilmente e rapidamente l’ossigenazione dei tessuti attraverso la pelle e le mucose senza usare la via ematica e, quindi, anche in caso di anemia o malattie polmonari. Ciò rappresenta un concreto esempio di terapia naturale antiaging, un mezzo di prevenzione e cura delle malattie cardiovascolari e degenerative, una grande supporto nello sportivo, nell’anziano, in caso di stress e di convalescenza e in ogni situazione in cui siano presenti ipossia, infiammazione, acidosi.
Articolo pubblicato su: L’ Accademia del Fitness, ottobre 2017, N.27
Sono sempre più numerosi gli studi che confermano l’importanza di una corretta ossigenazione dei tessuti. Il corpo umano é costituito per il 62% di ossigeno. A differenza del mondo vegetale, il mondo animale ha bisogno di bruciare ossigeno in ogni cellula per produrre l’energia necessaria a svolgere la sua funzione. Ovvio quindi che mantenere buono il livello di ossigenazione dei tessuti sia un obiettivo importantissimo sia per mantenere lo stato di salute sia per permettere la guarigione.
La pressione parziale di ossigeno nei tessuti deve essere maggiore di 70 mm di Hg: sotto i 60 mm di Hg abbiamo la cosiddetta ipossia cronica. In questo caso la cellula produce HIF un fattore di trascrizione che stimola il rilascio del VEGF (fattore di crescita dell’endotelio vascolare ). È stato dimostrato che uno dei primi passi nella formazione di neoplasie è la sua sovrapproduzione da parte delle cellule tumorali. VEGF é anche coinvolto nell’artrite reumatoide, nella retinopatia diabetica, nell’enfisema polmonare, etc. Anche NFKB é prodotto in seguito alla carenza di ossigeno a livello tissutale. Questo polipeptide svolge un ruolo chiave nei processi infiammatori, nelle patologie autoimmuni, nelle infezioni virali e batteriche e in molte altre patologie.
Quali possono essere i motivi per cui la quantità di ossigeno che arriva alla cellula risulta insufficiente? Le cause di ipossia devono essere divise in due gruppi:
1) da carente apporto
2) da aumentata richiesta.
Il carente apporto di ossigeno può a sua volta dipendere da:
A) qualità dell’aria (inquinamento, ambienti confinati, scarsa PPO) B) difetto di scambio gassoso a livello polmonare(BPPCO), asma, enfisema, anemia, stili di vita scorretti- quali sedentarietà, indumenti stretti, alti livelli di ansia e stress che portano ad una respirazione superficiale- apnee notturne ecc. C) difetti della circolazione sanguigna (arteriopatie obliteranti, microangiopatia diabetica, atero sclerosi, infarto).
La aumentata richiesta è invece tipica della persona sana impegnata in pesanti attività lavorative, in particolare degli sportivi. Quando l’impegno fisico è elevato, l’organismo risponde cercando di fare affluire maggiore quantità di sangue ossigenato nel distretto interessato aumentando la frequenza respiratoria, la frequenza cardiaca, la pressione arteriosa ; se c’è abbastanza ossigeno a disposizione il mitocondrio, attraverso la fosforilazione ossidativa, produce 36 molecole di ATP ogni molecola di glucosio. Quando l’ossigeno non basta più, si innesca il metabolismo anaerobico di tipo fermentativo, le molecole di ATP prodotte sono solo 2 e si forma acido lattico con conseguente acidosi metabolica e dolore muscolare.
Questa lunga premessa era necessaria allo scopo di introdurre il vero argomento di questo articolo e cioè svelare l’esistenza di un modo “alternativo” di portare ossigeno alle cellule, bypassando l’apparato cardio polmonare.
Da alcuni anni in Ungheria e da poco tempo a Singapore, presso ospedali ed istituti governativi, sono in corso studi clinici riguardanti gli effetti sulla salute di una particolare acqua, contenente elevate quantità di ossigeno (18-25mg/L)stabile e biodisponibile che deve essere assunta per via orale o attraverso bagni di 50 minuti.
Queste sono le sue peculiarità :
1)l’ossigeno in essa contenuto è stabile (una volta aperta la bottiglia l’ossigeno decresce in cinque giorni solo del 6,5%)
2)l’ossigeno non viene introdotto dall’esterno, ma come ossigeno libero viene creato dall’acqua stessa attraverso una procedura elettro magnetica brevettata. In pratica, l’acqua viene fatta passare attraverso campi elettromagnetici di frequenza specifica che provocano un cambiamento della struttura molecolare:
– I grossi clusters di acqua vengono rotti e si formano altri clusters più piccoli e più stabili formati da 6-9 molecole di acqua – L’ossigeno che viene liberato per effetto dei campi elettrici, entra all’interno dei piccoli clusters e rimane disponibile come ossigeno non legato. – Altro ossigeno e parte dell’idrogeno formano radicali OH che rendono l’acqua alcalina.
3) bevendo l’acqua, (500 ml x 1-3 volte nella giornata) o durante la balneoterapia a 38° per 50’, l’ossigeno viene assorbito rispettivamente dalla mucosa intestinale o per via trans-dermica e diffonde direttamente nella matrice extracellulare e da qui nelle cellule, bypassando la via ematica(1)
Tutto ciò, secondo gli studi svolti, ha un’ azione favorevole sulla salute attraverso la modificazione sia di parametri psico fisiologici legati all’aumento della saturazione di ossigeno nei tessuti (2) sia di parametri immunologici come l’aumento di NK e l’attivazione aspecifica dei linfociti T(3). Quest’acqua ricca in ossigeno ha inoltre una importante azione antiossidante e alcalinizzante(4) ed é a ciò che si devono gli effetti positivi sulla velocità delle funzioni cognitive(5). Risulta inoltre sorprendente che un’acqua così ricca in ossigeno non provochi nell’organismo stress ossidativo(6) ma anzi, abbia la proprietà di stimolare la produzione di ingenti quantità di fattori antiossidanti(7).
Tra il 2012 e 2015 è stato condotto uno studio randomizzato su pazienti sotto trattamento oncologico: il lavoro mirava a valutare gli effetti positivi dell’acqua ricca di ossigeno sul miglioramento della risposta terapeutica e sul controllo degli effetti collaterali della radio e della chemioterapia. Irisultati sono promettenti(8).
Tra gli sportivi l’utilizzo di acqua ricca d’ossigeno è ormai molto diffuso, soprattutto a livello agonistico e negli “high intensity endurance sports“: essa facilita infatti il processo di recupero diminuendo la produzione di acido lattico epermette la riduzione della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa aumentando la resa energetica.
Infine non è da trascurare l’importante azione antiaging: il primo passo per combattere lo stress ossidativo, alla base di tutti i processi di invecchiamento, è quello di ossigenare e alcalinizzare l’organismo. Questo si ottiene attraverso l’esercizio fisico, la respirazione corretta, l’alimentazione personalizzata che tenga conto della Bíotipologia del soggetto, la giusta integrazione di vitamine e antiossidanti e infine, ma non per ultimo, l’assunzione di 0,5/ 1,5 l al giorno di acqua ricca in ossigeno.
(1) (Sandor Kulin MD Istituto di Sanità bionergetica e informativa, Budapest) (2)(Semmelweis University Budapest: changes of registeredpsyco-physiological parameters by drinking water with high oxygen concentration. Marzo 2007) (3) (The effect of water with high oxygen concentration on the immune parameters on healthy volunteers, National Institute of Chemical Safety, September 2009) (4) (Study on the effect of water with oxygen concentration on antioxidant capacity National Institute of Chemical Safety, department of molecular and cell Biology Budapest, 01-EXP-10 2011) (5) (Report about effects of water with high oxygen concentration on the speed of cognitive functions. Semmelweis University, Faculty of Physical Education and Sports Sciences. 2012) (6)(Report on the examination of role of water with high oxygen concentration in reactive oxygen species generation in in vitro system,Hungarian Academy of Science (7)(Study on the effect of water whith high oxygen concentration , National Institute of Chemical Safety, Budapest 2011) (8) (TUKEB 535/2012, National institute of Oncology, Budapest)
Stress, vita sedentaria, ambienti di lavoro chiusi, fumo e obesità sono alcuni tra i fattori alla base della Crisi dell’Ossigeno: conoscere il proprio livello di ossigenazione e riportarlo ai giusti parametri è fondamentale per mantenersi in salute.
La tecnologia Kaqun risulta estremamente efficace per innalzare i livelli di ossigenazione tessutale, attraverso l’assunzione regolare di acqua Kaqun o attraverso bagni in acqua Kaqun che possono essere fatti presso la SPA ODUE Wellness.
Secondo i dati emersi da numerosi studi internazionali negli ultimi 30 anni il livello di ossigeno nell’atmosfera è calato enormemente (J. Keith Rigby, Professor of Geological Sciences at Notre Dame University in Indiana, US) a causa dell’inquinamento e della deforestazione.
A questo bisogna aggiungere stile di vita, stress, sedentarietà, ambienti chiusi di lavoro, obesità, fumo, eccetera, che ci portano ad avere una respirazione superficiale, poco efficace ai fini di una buona ossigenazione del sangue.
Tutto ciò si traduce in una cronica carenza di ossigeno a livello cellulare per tutto l’arco della nostra vita, che apre le porte alle più diffuse malattie della società moderna: patologie cardiocircolatorie (infarto, ictus arteriopatie),polmonari e degenerative (cancro).
È possibile fare una misurazione dell’ ossigeno presente a livello tissutale (PPO) con un apposito strumento (Medicap Precise 8001) tenerlo monitorato a scopo preventivo e poter intervenire nel caso risultasse troppo basso.
Questa misurazione è qualcosa di molto innovativo: siamo abituati a misurare i livelli del colesterolo, della glicemia, dell’emoglobina, ci “proviamo la febbre”, analizziamo le urine ma l’ossigeno, senza il quale non c’è vita, non viene mai valutato se non in ospedale o in autoambulanza quando la nostra vita è in pericolo.
La misurazione richiede circa 30 minuti. Nel caso i livelli di ossigeno risultassero particolarmente bassi verranno indicate le possibili misure da adottare per ottenere un miglioramento dei parametri.
Per ulteriori informazioni o per prenotare la misurazione della PPO, rivolgersi al Centro ODUE Wellness