Steatosi epatica e ipossia
La steatosi epatica, comunemente indicata anche con “fegato grasso non alcolico” (NAFLD), è una malattia epatica cronica molto comune nei paesi sviluppati e strettamente connessa ad una condizione di ipossia.
Il fegato è un organo ad elevato metabolismo, che richiede un significativo apporto energetico per alimentare le sue attività metaboliche. Pertanto, un adeguato apporto di ossigeno al fegato è fondamentale per tutte le sue funzioni.
Un basso apporto di ossigeno al parenchima epatico ne danneggia le cellule. Il grado di ossigenazione delle cellule del fegato, ancor prima di ogni altra causa di stress o lesione, può influire in modo significativo sulla funzionalità epatica.
In una condizione di steatosi epatica, la degenerazione grassa che avviene nel fegato non é dovuta all’alcol ma ad una dieta scorretta ricca di grassi saturi che causa una riduzione dell’apporto di ossigeno alle cellule del fegato.
L’ossigeno, o meglio, la sua mancanza, è un componente centrale del processo patologico che porta all’insorgenza del fegato grasso. Numerose prove mediche raccolte negli ultimi decenni indicano come la diminuzione dell’apporto di ossigeno al fegato contribuisca all’insorgenza ed alla progressione della malattia.
Ossigeno e steatosi epatica
Le persone che soffrono di apnea ostruttiva del sonno si sono dimostrate essere più soggette a sviluppare la condizione di steatosi epatica. L’ostruzione faringea intermittente che si verifica per tutta la notte nei forti russatori interrompe l’apporto di ossigeno a livello globale, riducendo l’apporto di sangue ossigenato al fegato e causando ipossia epatica. Tale condizione ipossica stimola quindi il cambiamento della struttura cellulare. L’ipossia cronica non solo porta allo sviluppo di steatosi, ma può anche indurre la formazione di tessuto fibroso all’interno del fegato e, quindi, all’insorgenza di cirrosi epatica.
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